Domenica è sempre domenica…
Il famoso ritornello della canzone per chi ha lasciato Cava de’ Tirreni ed abita al Nord ha un sapore amaro… I portici per la passeggiata sono lontani, le “pastarelle” non sono quelle delle nostre pasticcerie e soprattutto manca indossare la propria sciarpetta e correre allo stadio.
Poi una domenica di settembre un piccolo miracolo: la Cavese gioca a 5 km da casa tua, a Cittadella (Pd). “Non possiamo perdere questa partita, papà!” – esclamai. E dissi bene, a ripensarci oggi, perché fu l’ultima volta che vedemmo la Cavese insieme….
Giro di telefonate d’obbligo.
Contatto Raffaele Siani, fratello di Ennio e Tonino, ci si dà appuntamento al bar a Pozzetto di Cittadella e si parte!
La strada in macchina verso lo stadio “Tombolato” sembra interminabile, tra racconti ed aneddoti ci si fa un sacco di domande: quanti arriveranno da Cava? Ci saranno i ragazzi della curva?
Arrivati sul posto l’emozione cresce. Eccoli! Cominciamo ad avvistare qualche pullman, macchine da cui si sentono cori e si intravedono i nostri colori, facce appesantite dagli anni passati ma mai dimenticate.
Peppino del gruppo Fuffo mi riconosce subito: ci abbracciamo, non ci si vede da tanto; anche altri amici ci riconoscono, noi siamo” quelli che stanno al nord” per lavoro.
I sorrisi sono sinceri, ci domandano come stiamo, quando torniamo a Cava, se la nostra terra ci manca…
Tra i visi conosciuti si fa spazio una signora che mi chiede: ma sei Nicoletta? Sono Caterina la cugina di tua mamma!!! Sono con mio marito e mio figlio Gaetano (Palumbo…tifosissimo)! Anche noi siamo al nord, a Reggio Emilia e oggi siamo partiti per venire a vedere la Cavese!
Le cose da raccontarsi sono tante e quindi dopo la partita facciamo un salto a casa di mia madre.
L’abbraccio inaspettato tra le cugine commuove tutti, perfino me che ero di cattivo umore per il risultato a sfavore della Cavese.
La Cavese non è solo una squadra di calcio, per noi che abitiamo al Nord è un ponte con la nostra terra, l’occasione per abbracciare qualche amico, qualche parente e sentirci sempre parte di qualcosa da cui il corso della vita ci ha portato lontano ma solo geograficamente. Perché il cuore non ha latitudini, sì, ma ha un solo colore: il blufonce’!
Nicoletta Di Domenico, 44 anni, Bassano del Grappa (VI)
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