Fonte: Sito web ufficiale Cavese Calcio

Alle prime luci del mattino del 6 maggio 2007, dopo una notte passata insonne per l’adrenalina che prima di ogni partita mi avvolgeva, mi vestii come sempre, rigorosamente a tinte blu foncè, presi la mia sciarpa ed insieme a degli amici iniziammo il nostro viaggio. Quel giorno nel capoluogo umbro andava in scena la nostra magica Cavese contro il Perugia, una delle nobili decadute del calcio di massima serie, fallita nel 2005 e ripartita dalla serie C1 per il lodo Petrucci. Quando ormai mancavano due partite alla conclusione della regular season, per i Grifoni era l’ultima chance per rientrare in corsa play-off, mentre per la Cavese mancava davvero poco alla realizzazione del sogno insperato di approdare agli spareggi promozione.
Come in ogni trasferta di quei tempi, c’era un itinerario da seguire e anche quel giorno fu così: prima di arrivare a destinazione ci prefissammo di passare per Assisi ad ammirare i celebri monasteri e l’antico borgo. Il viaggio proseguiva spedito in compagnia di buoni amici e di un bel sole che irradiava su stupendi panorami, e non facemmo neanche in tempo ad accorgercene che arrivammo a destinazione. Durante la visita, per le piccole stradine, ci capitò di incontrare diversi concittadini anch’essi giunti a Perugia per trascorrere una giornata diversa in connubio con l’atteso match. Raggiunta quasi l’ora di pranzo, ci fermammo in una piazzola nei pressi dello stadio, aprimmo il bagagliaio dell’auto e come se fosse pasquetta incominciarono ad uscire enormi quantità di generi alimentari: dalla frittata di maccheroni alla mozzarella di bufala, dai panini con la “mevsa” alle zucchine alla scapece, da ogni genere di insaccato alla bruschetta con i pomodorini, il tutto accompagnato da un buon vino rigorosamente fatto in casa e dalla tipica pastiera come dessert. Non male come pranzo al sacco!
Quando arrivò il momento clou della giornata, l’inizio della gara, raggiungemmo la gradinata nord del Renato Curi che in poco tempo fu gremita da centinaia di supporters bianco-blu. Fin dai primi minuti di gioco, tra cori e sventolii di bandiere, la Cavese diede prova di superiorità, confermando la mentalità arrembante che ormai da un triennio era sua caratteristica fondamentale. Pressing a tutto campo, triangolazioni, sovrapposizioni e cross dalle fasce erano le diverse sfaccettature del gioco spumeggiante che tutta la squadra riusciva ad esprimere al meglio, il tutto grazie al lavoro puntiglioso dell’entourage guidato da Salvatore Campilongo.
Era una Cavese che divertiva e trascinava, bestia nera di ogni avversario che veniva spesso e volentieri inebriato dal suo gioco, una Cavese che rispondeva perfettamente al grido “Rabbia e Sudore”, cosa ormai rara da vedere nel calcio di questi tempi. Il gol degli aquilotti, come spesso accadeva anche in trasferta, non tardò ad arrivare. Lo realizzò la “zanzara” Peppe Aquino su rigore verso la mezz’ora del primo tempo, proprio sotto al nostro settore. Fu giubilo totale! Abbracci e grida si ripetettero ad oltranza e così, tra diverse occasioni da rete non sfruttate al meglio e due espulsioni per i locali, la partita stava per volgere al termine, quando all’improvviso il cielo decise di essere anch’esso protagonista.
Sullo stadio si abbatté un forte temporale che ci prese ovviamente impreparati. Le precipitazioni abbondanti non fermarono il nostro giubilo e ci accompagnarono fino ai festeggiamenti finali, con il ricordo del Leone Catello Mari e il consueto “zumb zumb guagliò”. Eravamo zuppi d’acqua, ma la festa continuò anche dietro la gradinata e fino all’ingresso in autostrada, dove l’intera carovana di auto e pullman muoveva per il rientro.
Quel giorno passai davvero una bellissima giornata ed il suo ricordo risiede ancora nel mio cuore. Ripensando a quelle intense domeniche provo tantissime emozioni e spero presto di poterle rivivere!
FORZA CAVESE SEMPRE, OVUNQUE E COMUNQUE!
Felice Milito, La Spezia

